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Skydivation
(© Jim Leonard)
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Questa è la storia di come ho risolto definitivamente la mia paura dei luoghi alti, e di volare, in una sola seduta di Vivation.

Una delle modalità in cui facciamo Vivation con i clienti esperti si chiama "Avventura di Vivation in Azione". Non abbiamo bisogno di circostanze particolari, e neanche di un posto tranquillo, per praticare Vivation.  Il nostro obiettivo è quello di “fare Vivation” in modo continuo, ovunque ci troviamo. Così per i clienti esperti, che hanno già sviluppato una buona capacità di fare Vivation, a volte facciamo una sessione, mentre al tempo stesso stiamo facendo qualcosa di diverso. Spesso questo significa fare qualcosa che il Viver ha trovato stimolante ed emotivamente attivante in passato. Per fare questo, gentilezza e sicurezza sono le caratteristiche prioritarie, non occorre quindi che un'esperienza sia troppo attivante. Quello che sto per descrivere sarebbe troppo attivante per la maggior parte dei clienti che hanno paura dei luoghi alti, ma essendo io stesso un cliente esperto, per me ha funzionato.

Per tutta la mia vita ho avuto una paura dei luoghi alti, che potremmo chiamare "acrofobia". Volare per me era un problema abbastanza importante, il che era un inconveniente in quanto il mio lavoro richiede frequenti viaggi. Non ero capace di rilassarmi completamente durante il volo, e non riuscivo mai a stare tranquillamente seduto.

Durante un seminario che condussi in Florida, a metà degli anni 1980, parlai di questo al gruppo, e qualcuno mi suggerì che avrei potuto superarlo con il paracadutismo. Inutile dire che trovai quel suggerimento proprio orribile; ma sapevo di poter integrare qualsiasi cosa con Vivation, e così decisi di provarlo.

Trovai un campo di paracadutismo vicino a Tampa e, chiamando al telefono, venne fuori che i gestori della scuola erano due campioni del mondo di paracadutismo, padre e figlio entrambi di nome Cliff. Mi dissero che avremmo fatto una specie di salto denominato "tandem", il che significa che uno di loro avrebbe saltato con me, attaccato alla mia schiena con una cintura rigida. Il mio istruttore avrebbe tirato la cordicella del paracadute.

Andai al campo ed iniziai spiegando loro Vivation, in modo che sapessero che stavo facendo Vivation e non ero in iperventilazione. Mi capirono bene.

Prima del lancio, i due istruttori fecero un paio di cose che aumentarono la mia attivazione. Mi fecero vedere un video che riguardava diverse situazioni nelle quali il lancio potrebbe andare male, incluso il taglio del paracadute principale nel caso non si aprisse correttamente e l’apertura di quello di riserva. Poi, mi fecero firmare una dichiarazione di responsabilità molto lunga, che diceva in sostanza che non importava cosa andasse storto, io non avrei fatto loro causa, ed a nessuno dei due avrei richiesto un risarcimento.
Mi dissero anche che il paracadutismo è molto più sicuro di quello che sembra, e che c’è circa una possibilità su un milione di atterrare senza che il paracadute si apra. Cliff padre mi disse: "Ovviamente penso che sia sicuro, altrimenti non lo avrei lasciato fare a mio figlio. La parte più pericolosa del paracadutismo è manovrare verso il campo di atterraggio".

Così salimmo sull’aereo e decollammo. Non ero mai stato in un piccolo aereo prima, e anche questa parte iniziale fu molto spaventosa per me. Ma poi arrivò una parte molto spaventosa, seguita dalla parte davvero spaventosa. La parte molto spaventosa era che, quando arrivammo a 12.000 piedi, Cliff (il padre) dovette aprire la porta ed affacciarsi per essere sicuro che fossimo nella giusta posizione sopra la zona di lancio. Era attaccato alla mia schiena con una cintura rigida, così quando si affacciò, lo feci anch'io. "Non tenerti", mi disse Cliff. Ed io dissi qualcosa come: "Agggghhhhh!"

Ma poi, la parte veramente spaventosa fu quella di uscire dal velivolo.
Questo non aveva senso per me – saltare giù da un aereo perfettamente funzionante. Dovemmo mettere tutti e quattro i piedi su di una minuscola piattaforma appena sotto l’attacco dell’ala – lo odiai.
Poi disse: "uno due TRE!" e saltò. Estremamente restio, cercai di aggrapparmi al montante, ma ovviamente andai con lui.

Ero completamente nel panico, e non ricordo nulla dei primi secondi del salto. Mi disse poi che, poiché mi ero tenuto, avevamo avuto problemi in aria, ma non riesco assolutamente a ricordare quella parte. Poi, finalmente, riuscii a rilassarmi in caduta libera, facendo Vivation, come avevo fatto da quando ero arrivato al campo di paracadutismo. Quando mi sono rilassato ed ho fatto Vivation, ho integrato la paura, e mi sono davvero divertito. Atterrammo così delicatamente che mi sembrò quasi un miracolo.

Dopo quella integrazione, non ho mai più avuto acrofobia.
Ritornai in Florida un paio di mesi dopo, a condurre un altro seminario, e tornai a fare un altro salto in paracadute. Ne ho amato ogni attimo.
Da quel primo salto, ho amato volare.

 

 

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